di Davide Marcomini
Esistono da sempre alcuni detti “credenze popolari” o più semplicemente chiacchiere da bar che rendono tristemente noto il nostro settore. Leggende metropolitane sulle quali, a volte, si fondano addirittura tecniche di vendita poco corrette.
Tra queste merita sicuramente un posto di importanza rilevante quella che al ladro basti tagliare i cavi dell’allarme o staccare la corrente per agire indisturbato.
Vediamo allora di sfatare questo falso mito con riferimenti tecnici chiari e semplici.
Prima di tutto, quali cavi potrebbe tagliare il ladro per potersi intrufolare indisturbato in casa nostra?
- I cavi che connettono le apparecchiature dell’impianto d’allarme (sensori, sirene ecc) alla centrale.
- I cavi di energia elettrica che alimentano l’impianto.
Cominciamo ad analizzare la prima opzione, tagliare i cavi che connettono le apparecchiature dell’impianto d’allarme (sensori, sirene ecc) alla centrale.
A differenza di quanto si possa credere, manomettere o sabotare un impianto di allarme realizzato da personale professionale nel rispetto dei dettami basici per chi fa questo mestiere è un operazione tuttaltro che semplice, basti pensare al fatto che qualsiasi centrale di allarme, anche se datata, monitora tutti i collegamenti in tempo reale anche quando disattivata (in condizione cioè di non allerta) e rileva qualsiasi taglio e/o manomissione e lo segnala attraverso le tastiere locali, inviando segnalazioni telefoniche all’utente e/o al centro di controllo e facendo attivare eventualmente anche le sirene.
Ma se ancora non bastasse, ricordiamoci, sempre ammesso e non concesso che il nostro impianto sia realizzato in conformità ai requisiti minimi, che i cavi di collegamento devono essere posati sotto traccia, quindi dentro ai muri o tuttalpiù protetti meccanicamente da tubazioni se posati a vista ma all’interno degli ambienti protetti di conseguenza difficilmente raggiungibili.
Seconda opzione, tagliare i cavi di energia elettrica che alimentano l’impianto.
Certo, tagliamo i cavi così l’impianto si spegne e il ladro può agire indisturbato… (puntini di sospensione).
Quante volte abbiamo detto che l’impianto di allarme intrusione non è un elettrodomestico? Probabilmente tante ma ricordarlo ogni tanto può fare solo bene e allora ricordiamolo.
L’impianto di allarme per poter essere definito di allarme intrusione deve avere determinate caratteristiche anche di autonomia in assenza di alimentazione da rete (230V). Queste caratteristiche si stabiliscono in base al livello prestazionale che si vuole raggiungere e prevedono rispettivamente una durata di 12 ore in assenza di energia elettrica per il livello II e 30 (che possono arrivare a 60 se i locali non sono presidiati) ore di autonomia per il livello III, parametri questi che possono essere aumentati ma non diminuiti in base all’ubicazione, alle esigenze ecc.
In ogni caso la centrale del nostro impianto di allarme ci avviserà telefonicamente o via SMS (push ecc), a seconda della programmazione, l’eventuale mancanza di rete elettrica così da permetterci di verificare il salvavita.
Funzione questa molto utile anche per la salvaguardia dei cibi nel frigorifero.
Per concludere, possiamo tranquillamente affermare che il nostro impianto di allarme intrusione, ben progettato e ben realizzato da personale professionale non teme manomissioni nè tantomeno il taglio cavi, qualsiasi essi siano.